Storie di Territorio

Carmine, le colombe ed io…

Gennaro Esposito e Carmine Di Donna hanno in comune l’amore per la pasticceria, nel caso dello Chef in particolar modo per quella… di zio Gianni nella quale è cresciuto e si è formato. La loro maniacale attenzione alle materie prime si può riscontrare anche nelle “colombe di Pasqua”, che saranno presentate nei prossimi giorni in tre versioni capaci di raccontare la tradizione e l’evoluzione di questo particolare simbolo della cucina italiana.

La lavorazione parte dai tre rinfreschi del lievito madre: il primo impasto ha una lievitazione di dodici ore; il secondo impasto – invece – dopo essersi formato riposa per circa un’ora per essere successivamente “spezzato” e “porzionato”.  A quel punto altre sei-otto ore di lievitazione per andare in forno a testa in giù – proprio come il panettone – mantenendo così intatto il suo volume.

I GUSTI

All’arancia, come da tradizione, ma con arance della penisola sorrentina – per esprimere la nostra territorialità anche in questa ricetta. Un gusto classico ma non banale, capace di stupire per la sua bontà “senza tempo”.

All’albicocca pellecchiella del Vesuvio. Una primizia della Campania, un prodotto di nicchia capace di esprimersi al meglio nella canditura e di restituire una dolcezza particolare anche alla colomba.

Al cioccolato, rigorosamente al latte e con 35% di massa grassa: per i più “golosi” che desiderano appagare la loro voglia appagare il desiderio regalarsi per Pasqua un sapore intenso e particolare.